“Come sappiamo si è ricostituito nei giorni scorsi il Comitato Centrale dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori così come imposto dalla sentenza del Tar del Lazio del 10 novembre 2022, in seguito ad un ricorso presentato da una delle associazioni rimaste escluse.
Oggi sono quindi complessivamente ben quindici le organizzazioni che compongono l’Albo (AITI, Anita, Assoespressi, Assotir, CLAAI, CNA, Confartigianato Trasporti, Confcooperative, Fai, Fedit, Fiap, Legacoop, SNA Casartigiani, Trasporto Unito, Unitai), oltre ovviamente a tutti i rappresentanti dei vari ministeri. A questo punto ci aspetteremmo che un organismo così ampio e sulla carta rappresentativo possa finalmente mettere mano agli atavici nodi irrisolti che gravano sulla categoria”. Così Cinzia Franchini presidente di Ruote Libere, associazione autonoma che rappresenta imprenditori del trasporto merci.
“Il caro carburante è solo l’ultimo tassello di un mosaico negativo che ha portato negli ultimi anni ad un inesorabile svilimento, economico ma non solo, della professione. Il tema della carenza d’autisti non è altro che lo specchio del problema e di una professione sempre meno attrattiva ma invece di ricercarne le cause a monte si è deciso di aggravare ulteriormente la corsa al ribasso agendo sul decreto flussi e importando manodopera a basso costo. Senza una revisione organica della normativa di settore, senza un equo compenso per i lavoratori che non può passare dalla formalità inapplicata dei costi di riferimento, e senza una eliminazione degli enti intermedi che drenano le risorse, pubbliche, destinate all’autotrasporto (a partire dal rimborso sui pedaggi autostradali) non si potrà mai invertire la rotta. Questo lo sanno benissimo anche i responsabili delle tante realtà che oggi siedono all’Albo, ma tutti appaiono accumunati dalla volontà di mantenere lo status quo e per questo siamo pronti a scommettere che purtroppo il tanto decantato cambiamento non avverrà”. – Prosegue la Franchini – “Ruote Libere non fa parte dell’Albo e, per Statuto, ha deciso di stare fuori da questo tipo di realtà reputandolo del tutto autoreferenziale. Non è attraverso queste vecchie logiche che si può cambiare una realtà sempre più fosca per le tante piccole e medie imprese che rappresentano l’ossatura dell’autotrasporto. Al ministro Salvini rinnoviamo l’appello ad allargare l’ascolto al di fuori degli incontri formali dell’Albo e ad aprire un dialogo vero con chi ogni giorno viaggia sulle strade italiane e che non ha interessi da difendere legati ai risvolti economici di rimborsi pedaggi e formazione, ma che vorrebbe solamente lavorare con dignità“.