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Ruote Libere: Tetto di 400 milioni al credito al credito di imposta? Sarebbe l’ennesima beffa per gli imprenditori

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“In attesa dell’incontro previsto per domani al Mims, tra la vice ministra Bellanova e le associazioni presenti dell’Albo firmatarie del fallimentare protocollo di marzo, arrivano le prime preoccupanti indiscrezioni. Pare infatti che l’ormai annosa questione dei quasi 500 milioni di euro destinati a compensare le aziende con veicoli Euro V ed Euro VI, alle quali sono stati tolti i rimborsi delle accise ordinari e che quindi non potranno accedere al rimborso del secondo trimestre, come confermato dalla Agenzia delle Dogane nei giorni scorsi, si stia trasformando in una tragica farsa”. Così Cinzia Franchini, presidente dell’associazione autonoma Ruote Libere.  “In preparazione dell’appuntamento di domani sembra che il Governo stia trattando con i soliti azzeccagarbugli, per fissare un tetto massimo di 400 milioni per il credito di imposta. Limite che di fatto non consentirebbe alle imprese di più grandi dimensioni di rientrare completamente delle somme escluse dai rimborsi delle accise del secondo trimestre. Parliamo di mancate compensazioni per milioni di euro. Non è chiaro invece se una proporzionalità al rimborso verrà introdotta anche per le imprese di più piccole dimensioni. Quello che è certo è che si è passati dai toni trionfalistici delle scorse settimane dei rappresentati di categoria, che si sono sperticati in ringraziamenti alla vice-ministra Bellanova per gli straordinari risultati conseguiti, alla situazione odierna, dove di certo c’è solamente il costo del gasolio che ha superato in molte località i 2 euro al litro. Ricordiamo – prosegue Franchini – che il “Decreto Aiuti”  parlava di un contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, nella misura del 28% della spesa sostenuta nel primo trimestre del 2022 per l’acquisto di gasolio impiegato per il rifornimento di veicoli di massa superiore a 7,5 ton. di classe ambientale euro V ed euro VI, al netto dell’IVA, comprovato mediante le relative fatture d’acquisto.  Ci auguriamo, che si possa arrivare ad una soluzione differente e che le associazioni che hanno firmato quel protocollo, mantengano fede agli impegni assunti verso le imprese che rappresentano, differentemente quelle stesse imprese saranno costrette a fermare la propria attività per la mancanza di liquidità. Ribadiamo inoltre l’urgenza, come da più parti si evidenzia, di fissare un tetto massimo a 1,60 euro al litro al costo del gasolio per arginare le speculazioni in atto”.